Sahara Marathon 2018

Tutto è nato ad un evento milanese in Triennale a cui ho partecipato, organizzato da LifeGate, partner ‘per coincidenza’ anche della Sahara Marathon… La data di partenza ormai era alle porte, chiuse le iscrizioni e voli ormai quasi pieni.
Enea Roveda, il nostro Amministratore delegato ‘runner’ c’è stato l’anno scorso…esperienza forte! Ma te la sentiresti davvero di correre nel deserto e affrontare una settimana vivendo in un campo di rifugiati? ” Mi ha chiesto Stefano Carnazzi, Direttore responsabile di LifeGate. “Assolutamente si, sto già preparando il bagaglio!”
La mia riposta e il grande entusiasmo hanno decisamente inciso e incentivato almeno un tentativo di inserimento ‘in corsa’! 😉
A dire il vero non mi ero illusa di partire ma dopo circa una settimana da quella sera ho ricevuto la conferma della mia partecipazione!
“Cara Marina, si è mosso più o meno un esercito per riuscire a farti partire ma ce l’abbiamo fatta!” mi ha confermato Rubens Noviello, organizzatore per l’Italia della Sahara Marathon.
Partenza prevista il 24 Febbraio, 3 giorni dopo il mio compleanno…l’anno scorso Gerusalemme e quest’anno con il popolo Saharawi, dall’Universo è arrivato un altro bellissimo regalo!

La Sahara Marathon è un evento sportivo conosciuto in tutto il mondo, in questa 18^ edizione ha visto la partecipazione di ben 23 Nazioni diverse. Una meta decisamente da conquistare, km di deserto dai paesaggi mozzafiato: dune di sabbia e orizzonti ampi, il sole a picco, il vento, e nessun riparo…l’uomo e la terra in un profondo connubio, così lontano da ciò che siamo abituati a vivere.
Già solo queste premesse invogliano a partecipare, potendo scegliere tra l’altro distanze diverse per tutti i livelli di preparazione: 5, 10, 21 e 42,2 km.
Ma il vero e grande scopo di questa esperienza non rimane circoscritto allo sport e si estende ad una sentita solidarietà, per sensibilizzare le persone sulla vicenda dei Saharawi che da 42 anni vivono da rifugiati, dislocati in diversi campi profughi.
Sono circa 350 mila, si sono autoproclamati cittadini della Repubblica Araba Democratica Saharawi, scappando alla guerra che si è scatenata nel Sahara Occidentale a causa dell’occupazione marocchina dei loro territori.
Con questo viaggio abbiamo vissuto una delle più belle esperienze sportive del Pianeta, ma soprattutto abbiamo visto come vivono, cercando di tendere loro una mano, ricordandogli che non sono affatto dimenticati.

Ora immergetevi nell’atmosfera e nei km di deserto…
Prossima settimana pubblicherò un altro montaggio sul vissuto dell’intera settimana, con momenti davvero indimenticabili che voglio condividere con voi!
E se siete curiosi di sapere come è andata la mia esperienza nella 42,2 km, dopo il video, continuate a leggermi! 😉

A dire il vero mi ero iscritta alla 21 km ma l’organizzazione Saharawi prevede che si possa decidere la distanza da percorrere il giorno prima al ritiro dei pettorali.
Ospite d’onore di questa esperienza Giovanni Storti, compagno di viaggio e parte del gruppo con cui ho diviso la casa della famiglia Saharawi, insieme a Rubens, il ‘Buzz’, Dino e Milena!
Obiettivo di Giovanni: 42,2 km. Dopo un po’ di tentennamenti anche il resto del gruppo si unisce all’impresa, fatta eccezione di Milena che, nonostante fosse a digiuno sulla corsa, ha sfidato addirittura la 21 km!
Per quel che mi riguarda, ho temuto di aver fatto un azzardo, poco tempo prima della partenza per aggiungere lunghi e km sulle gambe per una simile distanza, ma l’istinto ha prevalso sulla ragione!

Un piccolo passo indietro… Dopo 24 ore di viaggio, siamo arrivati alle 7 di mattina ai campi profughi e siamo stati assegnati alle famiglie, abbiamo dormito al massimo 3 ore fino al pranzo e il giorno seguente sveglia all’alba per arrivare allo start della maratona.
Al diavolo tutti gli iter di preparazione in vista di una 42,2 km! Un po’ provati ma tanto era l’entusiasmo da non sentire la stanchezza o la carenza delle solite proteine e carboidrati pre gara… Eravamo li per vivere l’esperienza e non per ‘fare il tempo’.
Elettricità nell’aria e un clima complice, non troppo caldo e talvolta nuvoloso, così abbiamo percorso i primi 30 km di vero godimento.
Non ci siamo risparmiati di fare foto e video, le immagini le avete viste…da rimanere a bocca aperta dalla meraviglia.

Gli ultimi 12 km sono stati più impegnativi, si è alzato un forte vento contrario che ci ha fatto ben assaporare la sabbia del deserto, rendendo la conquista della meta più ardua e combattuta.
Ma ce l’abbiamo fatta, che incredibile emozione tagliare questo traguardo!
E con mia immensa sorpresa, scopro addirittura di essere arrivata seconda tra le donne partecipanti alla 42,2 km, 18 per la precisione.
Insieme al ricordo, mi porto a casa anche un premio! La vita è imprevedibile e alle volte sa davvero sorprenderci!

Consiglio a ciascuno di voi di pensare seriamente all’iscrizione per il prossimo anno…
Ci sono luoghi, persone ed esperienze che ci cambiano la vita… Basta avere il coraggio e la voglia di sperimentare.

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